Posterulam era una piccola porta situata nella parte posteriore degli edifici, in un luogo nascosto. La postierla era quindi una porta segreta usata nei castelli e nelle fortezze come uscita di emergenza.
lunedì 16 maggio 2011
sguardi randagi
Era mezzanotte passata quando una ragazza,sui vent'anni, chiudeva il garage senza badare al rumore che spargeva nella notte. Il garage era in fondo a una ripida discesa e ora le toccava risalire, stanca com'era, con tutte le borse che aveva. Arrivò in cima, sulla strada, con il fiatone e pensò che la vista dei cassonetti della spazzatura - che ancora non aveva guardato, ma che sapeva essere lì davanti, dall'altra parte della strada- non era la giusta ricompensa. Li guardò come per cercare una conferma. Che non arrivò. Stavolta infatti c'era un gatto, piccolissimo, nascosto per metà dietro uno dei cassonetti. L'altra metà guardava la ragazza, la quale a sua volta fissava metà muso, metà corpo e la zampa del gatto. Per la verità non sembrava che stesse nascondendosi, ma che stesse aspettando qualcuno. Questo almeno pensò la ragazza guardando quel mezzo sguardo lanciato da dietro al cassonetto. Il gatto allora, piegando il collo, fece sporgere tutto il muso, lasciando il resto del corpo per metà nascosto. La ragazza per un attimo pensò che aveva ragione, che quel gatto aspettava in disparte qualcuno che ora era arrivato e che quindi ora rinforzava lo sguardo mostrando entrambi i piccoli occhi come per dire "eccoti finalmente... sono qui, dietro il cassonetto". Per un attimo pensò questo, mentre si riconosceva in quello sguardo. Ma subito si convinse che quello era un gatto randagio, che se si fosse avvicinata sarebbe subito scappato. Superò i cassonetti e si diresse verso casa. Dopo pochi passi si fermò. Il gatto era rimasto lì, aveva solo rialzato il muso, nascondendolo di nuovo per metà. La persona che stava aspettando non era quella ragazza, che se n'era andata, e lui si era rimesso ad aspettare. La ragazza tornò indietro e lo ritrovò lì, con lo stesso sguardo, ad aspettare. Ora era molto vicina al gatto, e si meravigliò che non fosse scappato sentendo dei passi che si avvicinivano. Provò diffidente ad accazzerarlo. Il gatto non si mosse mentre la mano della ragazza si avvicinava, e appena lei toccò il suo muso, il gatto si sdraiò per terra iniziando a giocare con le dita della ragazza, dando piccoli morsi e afferrandole con le zampe. La ragazza, meravigliata, si piegò sulle ginocchia e rimase per un po' a giocare con il gatto alla luce fioca di un lampione che a stento illuminava quella strada deserta, con le borse ancora in spalla, piene di stanchezza, ma con il sorriso sulle labbra. Decise di andare via con la speranza che il gatto la seguisse, almeno per alcuni passi. Si alzò, il gatto rimase per un attimo disorientato, poi si rimise in piedi pure lui e forse guardò la ragazza andarsene. Lei guardò più volte indietro, ricercando quello sguardo che conosceva. Voleva che il gatto la seguisse. Ma tornò a casa, randagia.
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