Gli iscritti alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università La Sapienza di Roma, anno 2009/2010, furono i primi a sostenere un test d'ingresso, obbligatorio benché la facoltà non fosse a numero chiuso. Del costo di 36 euro, mi pare. Quindi, a fine settembre, mi recai con una mia amica nella città universitaria. Il test si svolgeva nella facoltà di matematica. Eravamo tantissimi, divisi per cognomi, in varie aule. Poco più di 12.000, seppi quando, su internet, lessi il mio risultato. Seicentesimo su dodicimila, appunto. Il test iniziò con vari minuti di ritardo. Era diviso in quattro parti: cultura generale (22 domande), italiano (6 domande), latino (6 domande), greco (6 domande), ogni risposta corretta valeva un punto, ogni errore -0.25, ogni domanda lasciata in bianco 0. Qualcuno nella mia aula chiese ai professori quale fosse lo scopo del test e gli fu risposto che il test non avrebbe avuto nessuna conseguenza per noi studenti, ovvero serviva all'università per valutare il livello di cultura delle matricole che si iscrivevano a lettere e filosofia. Poco male, pensai, dato che il greco non lo avevo mai studiato e che il latino non lo avevo ripassato. Feci il test, rispondendo a tutte le domande escluse quelle di greco, che non seppi neanche leggere (provenendo da uno scientifico conoscevo solo qualche lettera, associata però ad angoli o a costanti fisiche). Gli unici punti che presi furono quelli di '' Cultura generale ''. Infatti a latino presi 0, come a greco. Come fosse possibile prendere 0 a latino, ancora non lo so, visto che avevo risposto a tutte le domande (se fossero state tutte sbagliate avrei preso -1,5; almeno una giusta doveva esserci, e allora 1 punto, quattro sbagliate e sarei stato a 0. E la sesta domanda? Vabbeh, pensai quando lessi i risultati, tanto non servono a niente 'sti 36 euro, ehm, 'sto test.
Poco dopo l'uscita dei risultati si parlò però di corsi di recupero di latino e italiano, per gli studenti di Lettere Moderne e Lettere Classiche, e per quest'ultimi anche di greco. Chi aveva preso meno di 2 punti doveva frequentare il corso di recupero. Ebbene sì, doveva. Perché fu detto che il corso di recupero era obbligatorio. In pratica, avevi un debito. Ma come? Non serviva solo per valutare il nostro livello di conoscenze? Sì, ma questo lo avevano detto, ora era scritto che il corso (di latino, per me che avevo preso impossibilmente 0) era obbligatorio. Verba volant, a sapere il latino mi sarei fatto lasciare una dichiarazione scritta da quello sprovveduto professore. E va bene, frequentiamo questo corso di 'latino elementare'. Ogni martedì. Il corso però era proprio elementare, era insomma per chi, il latino, non lo aveva mai conosciuto. Va bene, io avevo preso 0, potrà sembrare che in latino non sia proprio ferrato, ma cinque anni di latino me li ero fatti, seppure al liceo scientifico. E, sinceramente, quelle lezioni obbligatorie (durante le quali il professore effettivamente prendeva le firme: a inizio lezione faceva passare tra i banchi un foglio che veniva firmato. Dopo 5 minuti di lezione gli studenti che seguivano la lezione erano la metà.) per me erano inutili. Frequentai meno dei tre quarti - il minimo- di queste lezioni obbligatorie. Avrei dovuto rifare il corso, non avrei potuto fare il test finale di questo corso di latino elementare. Mi presentai lo stesso al test. Lo feci "rispondendo esattamente a nr. 23 quesiti su 25". Qui avrei potuto rispondere esattamente anche a 0/25 dato che "il test non si può non passare, è un attestato: tal dei tali ha frequentato il corso di latino elementare e ha conseguito il punteggio di x/35". Paradossale: all'inizio ti dicono che un il risultato del test che stai sostenendo - il primo, quello di settembre -non avrà conseguenze; invece sei poi costretto a frequentare un corso il cui risultato, davvero, non conta un cazzo. Comunque con questo attestato tu ti saresti presentato all'esame di latino previsto nel tuo curriculum. Senza aver seguito il corso obbligatorio non avresti potuto sostenere l'esame. Presi l'attestato ("lei non ha frequentato molto" fu l'unica opposizione che mi si parò d'innanzi. "No" risposi, firmando il foglio). Venne il giorno dell'esame di latino. Sostenni l 'esame di latino. Lo superai. Alla fine dissi: "ah professoressa, ho dimenticato di consegnarle l'attestato del corso di latino".
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