sabato 7 gennaio 2012

glielo dico

Stava studiando in una biblioteca, in centro. Se il suo libro avesse avuto gli occhi avrebbe visto una faccia corrugata, uno sguardo dietro gli occhiali che cercava in tutti i modi di penetrare ogni singola lettera. Avrà letto quella frase dieci volte e ancora il senso non era riuscito a distendere occhi e fronte. Si arrese, per il momento, depose gli occhiali e si mise le mani sul viso. Guardò il cellulare, per vedere quanto tempo aveva speso su quelle poche righe, erano le 10:30. Si girò, per non rivedere subito quel nemico sibillino, e la vista era ancora annebbiata, per la pressione delle mani sugli occhi. Non fu sicuro di vedere proprio lei. Poi lei lo salutò, stando attenta a non far cadere i libri che teneva in mano.
Lui si alzò, andò a salutarla e le chiese se aveva voglia di uscire un attimo, di prendere un caffè. Uscirono dalla biblioteca e lui aprì la porta ad una signora, vistosamente claudicante. Quando rientrarono lui sentì quello che un signore stava chiedendo alla responsabile della biblioteca, "ha visto per caso una signora? L'avrà notata sicuramente perché ha un handicap e cammina molto lentamente", "sì, è uscita almeno 40 minuti fa". Ma che dice? pensò lui, volendo subito correggere l'informazione sbagliata. 40 minuti? Ne saranno passati 5! il tempo di un caffè e qualche parola. Ma prima guardò il cellulare. Erano le 11.00.


E però, quando s'ode cosa o vede 
che tegna forte a sé l'anima volta, 
vassene 'l tempo e l'uom non se n'avvede;

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