venerdì 18 novembre 2011

Ho un quaderno che avevo.

Pochi giorni fa stavo per scrivere un post. Avrei scritto che avevo un piccolo quaderno, quindici per dieci, di carta riciclata, poche pagine totalmente bianche e la copertina nera, tutta nera eccetto una scritta argentata: "Quaderno", e due righe, sempre argentate, tracciate sotto la scritta, a cui tenevo, quando ancora lo avevo. Avrei scritto che usavo quel quaderno per rendere materiali, in qualche modo, delle idee che mi venivano. Scrivevo la data, dicendomi ogni volta che non aveva importanza (ma almeno capivo il confine tra un pensiero e l'altro), e appuntavo sotto qualche parola. Usavo sempre la stessa penna, attaccata al quaderno che mettevo in tasca ogni volta che uscivo. La scrittura però era sempre diversa, una volta avevo scritto in autobus e le buche si vedevano sulle lettere, una volta seduto sui gradini della facoltà, un'altra sdraiato su un prato, o in mezzo alla notte con una grafia ancora addormentata. Avrei scritto che alcune di quelle parole  erano diventate dei post (ad esempio quello sulle cicatrici del tempo, e qualche altro). Che era una strana sensazione quella di stare fermo in mezzo a tanto movimento, a tante persone, in metro, in autobus o nel viavai dell'università, a scrivere, cercando di fermare in poche e tremolanti parole un pensiero, da rielaborare con calma. Che non sempre riuscivo poi a decifrare la mia scrittura, asino di natura, e mi rimproveravo, per come avevo scritto ma soprattutto per come non riuscivo a leggere. Ma avrei scritto soprattutto che un giorno, quel quaderno, me lo sono perso. Che l'ho cercato, che ho chiesto se qualcuno l'aveva visto. Che non ne ho preso un altro, tanto avrei perso anche quello, mi sono detto. E poi, a che serviva scrivere quattro minchiate ogni tanto? tanto le leggo solo io, già le so, non ho bisogno di farmi una foto per guardarmi. Poi avrei scritto che sono passate settimane e poi mesi. Che non ho più pensato a quel quaderno, né a un suo sostituto.
Oggi, prendendo un libro in camera mia, quel quaderno mi è cascato addosso. E tutte le cose che avrei scritto le ho scritte lo stesso.

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