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Dietro Gare Saint-Lazar |
Mi piace perché sembra un aggroviglio di coincidenze. Incredibilmente casuale. Perché ogni particolare sembra lì apposta, non c'è nulla di inutile. Si sa che le fotografie immortalano un istante, irripetibile. E questa istantanea ripete al suo interno l'attimo che non ci sarà più, tramite riflessi naturali e artificiali. Lo specchio d'acqua divide a metà la fotografia, e moltiplica l'immagine. La sagoma dell'uomo che sta correndo è replicata sotto di lui, ma anche sopra, notando il manifesto sullo sfondo che ritrare un'altra figura nella stessa posa dell'uomo (anche il manifesto è replicato dall'acqua). Di manifesti in realtà ce ne sono due, uguali e attaccati (uno vicino all'altro), ma di quello più a destra dei due ne è rimasta metà, l'altra sembra sia stata strappata. C'è un altro manifesto però, anzi altri due, sempre uguali e sempre attaccati (uno sopra all'altro: variazioni sul tema della replica). C'è scritto "RAILOWSKY", e non "BRAILOWSKY", il pianista in concerto a Parigi: anche una parte di questo manifesto è stata strappata. E così è rimasto RAIL-OW-SKY, ferrovia e cielo. Il cielo sotto cui si svolge l'istante, e sopra al quale è replicato. E la ferrovia: quella scala gettata sull'acqua dalla quale sembra provenire, come un treno in corsa, l'uomo.
Un istante dopo l'uomo sarà atterrato nella pozza, l'immagine replicata nell'acqua si dissolverà. E avrà ragione l'altro uomo, quello sullo sfondo, che dà le spalle all'attimo.
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